Ecocardiogramma transesofageo 3D: il supporto per l’intervento
Diagnosi

Ecocardiogramma transesofageo 3D: il supporto per l’intervento

Una metodica di ecocardiografia che consente di ottenere immagini di alta qualità delle strutture cardiache per diagnosticare eventuali difetti o patologie, per programmare l’intervento più adeguato o per guidare l’esecuzione di diversi interventi cardiochirurgici e procedure percutanee che altrimenti non sarebbero possibili

Un esame strumentale fondamentale come guida in sala di emodinamica nel trattamento di cardiopatie strutturali, ma utile anche per la progettazione degli interventi valvolari: si tratta dell’ecotransesofageo 3D. 

Del supporto che può dare al chirurgo e dei vantaggi per medico e paziente abbiamo parlato con il dott. Angelo Squeri, responsabile del Centro di Imaging Cardiovascolare Integrato a Maria Cecilia Hospital di Cotignola (RA). 

Cos’è l’ecotransesofageo 

L’ecografia transesofagea è una metodica di ecocardiografia che si esegue inserendo una sonda ecografica attraverso l’esofago del paziente. 

L’ecotrasesofagea ha un grande vantaggio rispetto all’ecografia transtoracica, quello di non essere “schermata” dalla cassa toracica e dai polmoni. Per questo, la qualità dell’immagine delle strutture cardiache risulta nettamente superiore. La sonda, infatti, passa quasi a contatto con le aree da valutare, in quanto l’esofago alloggia dietro al cuore. Il dettaglio anatomico ottenuto permette di visualizzare anche strutture molto piccole, come le corde tendinee della valvola mitrale.

L’ecocardiografia e l’ecocardiografia transesofagea in particolare hanno diverse modalità di visualizzazione dell’immagine (monodimensionale, 2D, 3D e doppler). Quella in 3D, nel dettaglio, è una modalità che permette di visualizzare non un’immagine bidimensionale, ma di acquisire un pacchetto di dati tridimensionali per ricostruire delle immagini 3D in tempo reale e in movimento delle strutture cardiache.

L’indagine strumentale viene richiesta generalmente per raffinare la diagnosi ottenuta con l’esecuzione dell’ecografia transtoracica, esame utilizzato per individuare e studiare in prima battuta la funzionalità del cuore e degli apparati valvolari.

Ecografia transesofagea 3D: quando è utile eseguirla 

L’ecotransesofageo 3D ha campi di utilizzo specifici, in quanto la rappresentazione dal vivo a cuore battente in tre dimensioni consente non solo di affinare una diagnosi, ma anche di guidare un intervento. L’ecografia transesofagea, bi e tridimensionale, si utilizza per pazienti cardiochirurgici o che vengono sottoposti a interventistica strutturale in emodinamica sia “pre”, nel planning procedurale, quando si programma la procedura in ambulatorio, sia in sala operatoria per eco-guidare la procedura. 

Nel dettaglio, in cardiochirurgia si utilizza soprattutto per le riparazioni valvolari, della valvola aortica e della valvola mitrale, in emodinamica per interventi percutanei come la plastica mitralica (sistema Mitraclip), per la plastica della tricuspide (sistema Triclip), nella TAVI (impianto valvolare aortico transcatetere), nella chiusura dei DIA (difetti intra atriali) o di PFO (forame ovale pervio), nella chiusura dei leak (distacchi protesici), nella chiusura dell’auricola e in una serie di altri interventi conseguenze di precedenti procedure chirurgiche o di interventistica strutturale.

I vantaggi 

Nel planning di un intervento cardiochirurgico, l’esecuzione dell’ecotransesofageo consente di ottenere uno studio anatomico particolareggiato prima di entrare in sala, per programmare l’atto chirurgico o percutaneo, per scegliere il device più adatto al paziente, per valutare la difficoltà dell’intervento e gli esiti della procedura. 

L’ecografia transesofagea è indispensabile nell’interventistica strutturale per eseguire diverse procedure, in quanto le strutture cardiache sono invisibili ai Raggi X, e la 3D è la metodica migliore per visualizzarle. 

Anestesia, sedazione e controindicazioni 

In ambulatorio si utilizza in genere un’anestesia locale, con uno spray anestetico per limitare il fastidio dell’inserimento della sonda. Quasi sempre all’anestesia locale viene associata una leggera sedazione. In sala operatoria, il paziente è sedato.

Le controindicazioni assolute sono molto rare, tra queste troviamo pazienti con patologie gravi dell’esofago che impediscono l’inserimento della sonda, casi con fragilità particolari causate da interventi pregressi all’esofago, tumori dell’esofago. Tuttavia spesso, anche in queste situazioni, con alcune accortezze è possibile eseguire l’esame. 

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