La stenosi aortica è una patologia valvolare molto comune nei Paesi Occidentali, la più frequente in Italia: la fascia di età a rischio è compresa tra i 60 e i 70 anni. Se non adeguatamente trattata, l’evoluzione della malattia è causa di morte nel 50% degli individui a distanza di 3 anni dall’inizio dei sintomi.
Per stenosi aortica si intende il restringimento della valvola aortica, attraverso cui passa il sangue prima di immettersi nel sistema arterioso. A causa di tale ostruzione, il ventricolo sinistro è costretto ad aumentare la propria pressione di spinta e come conseguenza diretta si ha l’ipertrofia (ingrossamento) della parete cardiaca.
La stenosi aortica sintomi:
le manifestazioni variano in base alla gravità della condizione clinica: se il restringimento della valvola è lieve, si manifesta con un soffio al cuore. Quando la stenosi è severa – cioè in fase avanzata – il soggetto accusa fame d’aria (dispnea), dolore al petto (angina pectoris), sincope (svenimento improvviso).
Le cause della stenosi valvolare aortica sono molteplici. Si può parlare di stenosi aortica congenita quando è legata a malformazioni come la bicuspidia aortica. Può correlarsi a patologie di origine reumatica, dovute ad una precedente e malcurata infezione batterica. Mentre la degenerazione calcifica è in genere collegata al normale processo d’invecchiamento dell’organismo: dà i primi segnali dopo i 65 anni ed è comunque la causa più frequente.
Nell'accertamento della stenosi aortica l'ecocardiografia è l’indagine strumentale più efficace per diagnosticare la valvulopatia. E’ un esame in grado di valutare eventuali anomalie nelle dimensioni delle camere cardiache, l’ispessimento delle pareti del cuore, la variazione dei punti di apertura e chiusura della valvola (orifizio), che se colpita da stenosi si restringe.
La patologia è evidenziabile indirettamente anche con l’elettrocardiogramma e la radiografia toracica.
In condizioni di stenosi aortica severa, la chirurgia è l’unica strada percorribile. Due le opzioni disponibili: la sostituzione chirurgica convenzionale e l’approccio percutaneo (TAVI).
- La sostituzione valvolare si può effettuare, anche con tecniche mini invasive tramite la ridotta incisione del torace e l’utilizzo di protesi chirurgiche di nuove generazioni come le sutureless.
- La seconda opzione è invece l’approccio percutaneo mediante TAVI con il quale il torace non viene aperto, non è richiesta la circolazione extracorporea ma la valvola viene avanzata attraverso l’arteria femorale comune fino al cuore dove viene poi rilasciata. Tale approccio viene riservato solo nei casi in cui il malato è ad alto rischio per chirurgia convenzionale.
La prevenzione - iniziando da uno stile di vita corretto e da periodici controlli medici in ospedali dotati di strumentazione all’avanguardia - è fondamentale al mantenimento della buona salute di cuore e apparato valvolare.