Negli ultimi anni si è pertanto scelto di ricorrere, sempre più, al trattamento chirurgico della fibrillazione atriale. Sapendo infatti quali sono le “regioni” del cuore da cui l’aritmia origina, si può confinarle, evitando che l’impulso elettrico anomalo si trasmetta e che l’aritmia si auto-alimenti.
La tecnica chirurgica consiste nella creazione di cicatrici sull’atrio destro, intorno alle quattro vene polmonari, dalle quali, nella maggior parte dei casi, la fibrillazione atriale ha inizio. Tali cicatrici vengono ottenute applicando intorno alla superficie esterna dell’atrio destro delle sonde che emettono energia a Radiofrequenza. Dopo pochi minuti di applicazione si creano delle lesioni a tutto spessore che isolano elettricamente la porzione di cuore trattata.
L’approccio chirurgico è assolutamente mini-invasivo: attraverso una mini-toracotomia destra di soli 7 cm o attraverso tre mini-incisioni di circa 2 cm (toracoscopia) si può introdurre tutto lo strumentario chirurgico necessario ad effettuare l’intervento. Il recupero post-operatorio è estremamente rapido. Il dolore post-operatorio è molto contenuto ed il risultato estetico è decisamente soddisfacente. In pochi giorni il paziente può tornare a casa propria. Ma, soprattutto, i risultati di tale tecnica sono molto validi (>85% di successo nei casi trattati), anche a distanza di tempo.
Il paziente dovrà comunque sottoposti ad accertamenti periodici per confermare la persistenza del normale ritmo cardiaco e per stabilire se il trattamento farmacologico (anti-aritmico o anti-coagulante) possa essere definitivamente sospeso. A sei mesi dalla procedura il paziente può essere sottoposto ad uno studio elettrofisiologico (completamento diagnostico e/o terapeutico).
GVM Care & Research