Per la prima volta in Piemonte mercoledì 21 ottobre è stato impiantato su un paziente di
Maria Pia Hospital di Torino, ospedale di Alta Specialità per la Cardiologia e la Cardiochirurgia di GVM Care & Research, il sistema di cardiostimolazione
Micra TPS, conosciuto per essere
il pacemaker più piccolo al mondo. L’intervento è stato eseguito dall’equipe guidata dal
dott. Saverio Iacopino, dal
dott. Pasquale Filannino e dal
dott. Bruno Pezzulich.
Il Micra TPS è una
cardiocapsula lunga poco più di 2 cm e del peso di appena 2 grammi, che non richiede incisioni del torace e che per il suo funzionamento non necessita di alcun componente aggiuntivo. Il dispositivo è completamente espiantabile e può essere riposizionato grazie a uno specifico sistema di recupero. Ha una durata
di circa 10 anni e viene fissato al tessuto cardiaco per mezzo di unicini metallici, risultando molto più sicuro e protetto rispetto agli elettrostimolatori tradizionali.
“Maria Pia Hospital – spiega il
dott. Sebastiano Marra direttore del Dipartimento Cardiovascolare di Maria Pia Hospital - è andata oltre le presentazione di un intervento ad alta tecnologia. La nostra struttura è da anni che investe in tecnologia come tutto il gruppo sanitario GVM. Noi siamo abituati ai fatti e il risultato raggiunto ieri con l’installazione del pacemaker più piccolo del mondo ne è la testimonianza”.
L’intervento è stato eseguito mediante tecnica non chirurgica su un paziente obeso di
79 anni affetto da blocco atrio-ventricolare completo parossistico. Considerata l’età dell’uomo sottoposto a impianto è ipotizzabile l’inserimento di almeno altri
due dispositivi identici nell’arco
di 20 anni.
“L’eccezionalità del caso specifico –
spiega il dott. Saverio Iacopino – è data dalla contemporanea presenza, in un soggetto obeso affetto da blocco atrio-ventricolare completo parossistico, di trombosi - patologia causata da coaguli di sangue che ne impediscono la normale circolazione - in entrambe le vene succlavie (destra e sinistra) confermata dall’angioTAC, indagine diagnostica fondamentale nello studio delle anomalie vascolari. Precluse le classiche vie d’accesso, l’impianto del pacemaker è stato completato attraverso l’introduzione dalla vena femorale del Micra TPS con l’ausilio di un introduttore orientabile. La metodica impiegata - aggiunge Iacopino - rivoluziona in modo radicale il punto di vista del malato: non avvertendo più sotto la pelle qualcosa di estraneo al corpo,
dimentica quasi di essere cardiopatico. E l’impatto psicologico correlato ad un mini pacemaker
invisibile è assolutamente positivo”.
Numerosi i benefici offerti dalla tecnica:
riduzione dei tempi operatori, meno di 20 minuti complessivi, minor rischio di complicanze, degenza ospedaliera più rapida, assenza di cicatrici o protuberanze sul petto, miglioramento della qualità della vita sin dalle ore successive al ricovero.
“Da qui in avanti, il Micra TPS -
conclude il dott. Saverio Iacopino - si sostituirà al circuito elettrico del cuore del paziente mandato in tilt dalla malattia, ripristinando così la normale funzione della pompa cardiaca”.