L’Alta Specialità nella cardiochirurgia implica una continua formazione da parte degli operatori chiamati a ricoprire ruoli sempre più ibridi e ad essere preparati ed efficienti in più casi clinici. I nuovi standard europei stabiliscono infatti che il cardiochirurgo moderno abbia una specializzazione elevata nella chirurgia valvolare e che sia in grado anche di impiantare TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation).
Le TAVI sono procedure mininvasive grazie alle quali è possibile sostituire la valvola aortica con una protesi per via percutanea: un tipo di intervento che è sempre stato prerogativa degli emodinamisti.
Per allinearsi al contesto internazionale e dare ai pazienti maggiori opzioni terapeutiche, GVM Care & Research ha avviato il progetto della TAVI school, una scuola di formazione avanzata destinata ai chirurghi che periodicamente seguono veri e propri corsi pratici e teorici sull’impianto di TAVI. La formazione avviene attraverso un sistema di proctor , in cui un gruppo di chirurghi già competenti sulla procedura trasmettono le proprie conoscenze e competenze direttamente ai colleghi “apprendisti”.
Le TAVI vengono impiantate in una sala ibrida, in un’ora e mezza, senza necessità di addormentare il paziente (si usa solo una sedazione profonda). Attraversouna puntura della arteria femorale presente a livello dell’inguine, un catetere che contiene la valvola nuova viene avanzato a livello della valvola aortica. Un pallone viene gonfiato in maniera tale da dilatare la valvola aortica e fare dunque spazio alla protesi artificiale montata nel catetere.
L’ intervento, in base alle condizioni del paziente e alle indicazioni del chirurgo, può avvenire secondo due modalità di accesso differenti: tramite una incisione ridotta del torace di 4-5 centimetri a livello dello spazio intercostale (TAVI Transapicale) o attraverso l’introduzione di cateteri, utili al rilascio della protesi biologica, inseriti direttamente dall’arteria femorale (TAVI Transfemorale).
Nell ’intervento chirurgico convenzionale, invece, lo sterno viene diviso e il pericardio aperto. Il paziente è connesso alla macchina cuore polmone, la valvola nativa malata rimossa e si procede all’impianto di una nuova protesi biologica o meccanica. Il tutto si svolge in sala operatoria e con il paziente in anestesia generale. In alcuni casi, però, specie in situazioni di delicata salute cardiovascolare, patologie aggiuntive, età avanzata, la procedura tradizionale potrebbe non essere adeguata, in quanto esporrebbe il paziente a complicanze eccessive, soprattutto nella fase post operatoria.
Ed è in casi come questi che si ricorre alla cardiochirurgia mininvasiva con la possibilità di ridurre traumi e complicazioni nella fase successiva all’intervento, di accorciare i tempi di degenza, migliorando così le condizioni del paziente destinato ad un ritorno più rapido alla vita normale.
GVM Care & Research