Secondo un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità età, sesso e familiarità – fattori di rischio non modificabili – possono sì influenzare l’insorgenza delle malattie cardiovascolari, ma è altrettanto vero che determinate problematiche del cuore – ad esempio l’infarto - possono essere prevenute ed evitate attraverso i cambiamenti dello stile di vita.
Quale momento migliore dell’inizio del nuovo anno per tenere presenti le sane abitudini per la salute del cuore?
Ecco le cinque regole da osservare per prendersi cura del motore del nostro organismo.
Occhio ai fattori di rischio
Colesterolo elevato, pressione alta, sedentarietà, obesità e diabete: i medici li chiamano "fattori di rischio", sono come delle spie che si accendono in caso di problemi al cuore. La pressione arteriosa va costantemente controllata ed è consigliato svolgere attività fisica per combattere la sedentarietà. Attenzione anche al colesterolo. Ne esistono due tipi: Colesterolo buono o HDL, che chiamano "spazzino delle arterie" e quindi quanto più alto è tanto meglio è; l’altro è il Colesterolo cattivo o LDL: l'ideale è tenerlo sotto i livelli minimi perché potrebbe portare all’accumulo di grassi e quindi rappresentare un pericolo per le arterie. E anche l’eccesso di glucosio nel sangue, cioè un aumento della glicemia, che è indice di diabete, aumenta il rischio cardiovascolare.
Basta fumo
Il fumo di sigaretta fa male al cuore in quanto nel processo di combustione di tabacco e cartina il fumo liberato contiene circa 4000 sostanze nocive. Una è la nicotina capace persino di creare dipendenza fisica e psicologica. Le altre sostanze sono benzo(a)pirene e idrocarburi aromatici emessi dalle ciminiere delle industrie.
Nelle sigarette sono contenuti anche il benzene – componente del petrolio, prodotto dalla combustione incompleta del carbonio, cancerogeno –l'arsenico veleno utilizzato nei topicidi, la formaldeide – battericida responsabile di irritazioni agli occhi e alle mucose -, i metalli come nichel e cadmio, il monossido di carbonio capace di diminuire la quantità di ossigeno trasferita nel sangue, il cianuro di idrogeno responsabile dei danni al cuore e ai vasi sanguigni.
Dieta mediterranea
La dieta mediterranea è riconosciuta come la migliore per il cuore, in quanto prevede: la riduzione dei grassi animali (carni grasse, burro, salumi e formaggi), in favore dei grassi vegetali (olio d'oliva, anche extravergine), il consumo di frutta fresca e verdura, l’assunzione di pesce, pasta, riso e pane. La dieta mediterranea rappresenta la tipica alimentazione del Sud Italia negli anni 50. Diversi studi hanno infatti evidenziato che la dieta mediterranea contribuisce a proteggere il cuore, riducendo il rischio di avere a che fare con malattie cardiovascolari. Ma non solo: ha anche effetto protettivo sui pazienti già colpiti da disturbi cardiovascolari.
Passeggiata quotidiana
Il cuore è costruito per "muoversi". Se rimane fermo, diventa progressivamente meno efficiente. Non è obbligatorio diventare un atleta, basta una passeggiata a passo svelto di 30-40 minuti almeno 3-4 volte alla settimana. Ogni tanto è bene abbandonare l'ascensore e magari salire o scendere lungo le scale. L'esercizio fisico regolare riduce il peso e la pressione, abbassa il numero dei battiti cardiaci aumenta il colesterolo buono e riduce il rischio di diabete. Nelle donne in menopausa l'attività fisica regolare riduce di un terzo i rischi di infarto.
Controlli regolari
È buona norma tenere sotto controllo il cuore. Gli esami preventivi periodici possono includere visita cardiologica, esame delle urine, esame del sangue ed elettrocardiogramma. In caso invece di segnali significativi, è consigliato sottoporsi a prova da sforzo, holter, ecocardiogramma o ancora a coronarografia e Angio Tac se sussistono sospetti di patologie cardiache più serie.
GVM Care & Research