È alle porte un lungo week-end pasquale, occasione propizia per un viaggio fuori porta o una scampagnata lontano dalle mura urbane. Quali mete e modalità di viaggio sono a portata di cuore?
Il viaggio, momento di distrazione e spensieratezza, è sicuramente un forte antidoto contro lo stress e gli affanni, notoriamente poco amici di cardiopatici e quanti soffrono di cuore.
Se una ricerca pubblicata dal
Journal of Occupational and Environmental Medicine dimostra che
viaggiare per motivi di lavoro non fa bene al cuore, in quanto contribuisce a sviluppare un indice di massa corporea maggiore, un livello di colesterolo HDL più basso e una pressione sistolica più elevata,
cosa dire dei viaggiatori for fun e di quanti in questi giorni si attiveranno per raggiungere località e mete di svago e interesse?
Se è vero che staccare la spina qualche giorno può apportare numerosi benefici in termini di allentamento della tensione emotiva, con notevoli vantaggi per il nostro organismo, è altrettanto vero che qualche precauzione va assolutamente considerata.
Per essere certi che il viaggio non comporti un aggravio o uno scompenso della patologia è bene
prevedere una visita specialistica o una
verifica della terapia di base, così da non correre alcun rischio.
Qualche
consiglio interessa poi le modalità di viaggio.
Un
primo mito da sfatare è quello che tende a far coincidere il
viaggio in aereo come una trasferta pericolosa e da evitare tout court. In primis perché la maggior parte delle compagnie aeree è in grado di assicurare la dovuta assistenza al suolo ed in aria e in secondo luogo perché anche in questo caso il buon senso e la prevenzione sono spesso sufficienti.
Per le
patologie stabilizzate l'aereo non comporta infatti particolari controindicazioni, purché si decida di viaggiare con il cuore e la ragione.
Al momento dell'imbarco è buona norma
tenere a portata di mano le proprie medicine e avvisare il personale addetto alla sicurezza se si è portatori di pace-maker o di defibrillatore. Benché infondata la credenza che vuole il pace-maker danneggiato a causa dei controlli di sicurezza, è bene comunque informare la sicurezza prima di passare attraverso il metal detector.
Saliti a bordo è importante assicurarsi di avere con sé l'acqua: uno dei principali rischi per quanti soffrono di malattie cardiache è la formazione ci coaguli di sangue. Per questo idratarsi regolarmente è importante.
E se si sceglie di optare per una vacanza on the road?
Un sottile fil rouge unisce la
tensione nervosa e l'aumento della
pressione arteriosa alla tensione da guida, stato a cui buona parte degli italiani sono sottoposti pressoché quotidianamente. Mettersi alla guida proprio durante un lungo weekend festivo può non essere l'idea più brillante se si cerca di evitare lo
stress da circolazione urbana. Prepararsi a traffico, code autostradali, disagi del caso e optare per altri mezzi di trasporto in caso di ipersensibilità a possibili ritardi sulla tabella di marcia, non è sempre possibile.
Se la destinazione prescelta implica un viaggio on the road, ecco allora
un paio di suggerimenti da non dimenticare.
È bene
prestare attenzione all'orario di assunzione dei farmaci. Anche in viaggio la puntualità è importante, allo stesso modo andrebbero previsti controlli regolari della pressione arteriosa.
Cibi grassi e alcol tendono a dare sonnolenza determinando importanti deficit dell'attenzione. Regola d'oro è infine il non-smoking, perché il fumo riduce l'apporto di ossigeno ai tessuti, ivi comprese le coronarie
Cosa dire infine delle mete da privilegiare, o meglio, da evitare?
Le condizioni del luogo in cui decidiamo di recarci hanno un impatto non da poco sulle malattie cardiache: un clima freddo affatica il cuore, mente un caldo eccessivo può portare alla disidratazione.
Optare per destinazioni caratterizzate da condizioni temperate è la soluzione ideale.
Cautela anche per i viaggi in Paesi in via di sviluppo: l'inadeguatezza delle strutture mediche può rappresentare un pericolo concreto qualora peggiorino le
patologie cardiache.