Il cuore in fumo
Prevenzione

Il cuore in fumo

Perché smettere di fumare o rinunciare a iniziare è importante (anche) per il cuore e la circolazione del sangue.

Il fumo uccide. Non ci sono eccezioni o deroghe a questa verità, stampigliata su milioni di pacchetti di sigarette. Il fumo di tabacco è, dopo l'ipertensione arteriosa, la più importante causa di morte nel mondo. I numeri parlano chiaro: il 90% dei circa 500.000 decessi annui per cancro al polmone nei Paesi dell'Unione Europea sono dovuti al fumo, così come il 50% di tutte le cardiopatie ischemiche. Si stima che ogni 1.000 maschi adulti fumatori, 250 saranno uccisi da malattie legate al tabacco. 20 sigarette al giorno accorciano di circa 4,6 anni la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni e ogni 1.000 persone esposte a fumo passivo, almeno una sviluppa una patologia correlata, con esito mortale.

Nonostante il divieto di fumare nei locali pubblici, di cui l'Italia è stata un pioniere in Europa, le campagne informative e preventive, il prezzo elevato dei tabacchi, ancora oggiun europeo su quattro e un italiano su sei fuma abitualmente. In Italia desta particolare preoccupazione la tendenza all'incremento della diffusione del fumo tra i giovani: il 30% degli alunni di prima media ha già fumato almeno una volta, mentre circa il 40% dei ragazzi dell'ultimo anno delle superiori fuma abitualmente. Le diciottenni hanno superato i coetanei maschi raggiungendo la quota del 35% di fumatrici. Ai danni alle persone si aggiungono i costi per il sistema sanitario, impegnato a offrire le cure per le patologie provocate dal fumo.

Nonostante questo, smettere di fumare è ancora ritenuta un'impresa difficile, con un altissimo numero di fumatori recidivi. Ma qual è l'azione esercitata dalle “bionde” sull'organismo? Il tabacco è un agente tossico che, associato alla nicotina, masticato o fumato, stimola il rilascio di adrenalina, che provoca un restringimento dei vasi sanguigni (vasocostrizione) e l'aumento della frequenza del battito cardiaco: il sangue viene spinto con più forza, provocando l'innalzamento della pressione (ipertensione arteriosa), principale causa d'infarto cardiaco e/o ictus cerebrale.

Il catrame ed altri agenti tossici possono innescare tumori al cavo orale (bocca, lingua, gola), alla vescica o ai polmoni. Il fumo inalato contiene arsenico, formaldeide, monossido di carbonio, che inibiscono una corretta ossigenazione del sangue nei polmoni, riducendone l'apporto in tutto l'organismo.

Il fumo, in sintesi, danneggia le cellule dei tessuti che rivestono internamente i vasi arteriosi, provocando la formazione di placche ostruttive e di trombi. Ecco come origina patologie importanti come la cardiopatia ischemica, l'arteriosclerosi, l'aneurisma all'aorta e, negli uomini, l'impotenza sessuale. Il fumo diminuisce la capacità di dilatazione del tessuto erettile, rendendo l'erezione meno duratura. Diminuisce inoltre la fertilità, abbassando la concentrazione e la motilità degli spermatozoi nel liquido seminale. Nelle donne in gravidanza comporta un incrementato rischio di aborti spontanei e di nascita di bambini sottopeso, con ritardo mentale e ridotta capacità respiratoria.

Valutati i gravi rischi, è evidente che ogni possibile sforzo deve essere esercitato per smettere di fumare. I sintomi della dipendenza fisica dal tabacco sono tutto sommato lievi e transitori: irritabilità, nervosismo, mal di testa, difficoltà di concentrazione, insonnia, desiderio ossessivo di fumare durano solo poche settimane e possono essere alleviati da un'adeguata terapia farmacologica. Ciò che è determinante per smettere di fumare è la volontà di farlo e la capacità di continuare a farlo nel tempo. Come tutte le dipendenze, quella dal fumo richiede un impegno psicologico che comporta la rinuncia ad abitudini e riti (la sigaretta dopo il caffè) che scandiscono la vita quotidiana. Il supporto di familiari e amici, eventualmente coadiuvato da psicoterapia, permettono di “continuare a smettere di fumare”.

In cambio, l'astinenza dal fumo riduce in tempi brevi e sensibilmente il rischio di contrarre malattie cardiovascolari. Il rischio di cardiopatia ischemica si riduce della metà dopo solo 1 o 2 anni, il rischio di ictus si riporta al valore di chi non ha mai fumato dopo 5-15 anni, il rischio di arteriopatia periferica è inferiore del 50% negli ex fumatori rispetto a chi continua a farlo. Il paziente cardiopatico che smette di fumare ottiene progressi superiori a quelli di ogni altra terapia o intervento oggi praticabile, con risultati concreti già nel breve periodo.

Che sia per vivere meglio e più a lungo, per mantenere una vita sessuale attiva e soddisfacente, per risparmiare un costo che incide sempre più sul bilancio familiare, per assicurare la salute dei nostri figli e dei nostri cari, l'importante è smettere di fumare.
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