Il cuore delle donne corre gli stessi rischi di quello degli uomini? Quali sono le principali differenze e perché è importante prenderne atto?
Le differenze biologiche tra uomini e donne interessano tutto il metabolismo e non possono che riguardare anche il muscolo cardiaco e, di conseguenza, la maggiore o minore predisposizione verso determinate malattie.
Il cuore delle donne, di minor peso rispetto a quello maschile, ha anche una diversa composizione proteica e un differente funzionamento delle arterie. Inoltre, solo il gentil sesso sviluppa con l'avanzare dell'età un tipo di tessuto, definito connettivo, che ne rende più rigide le pareti.
Le ripercussioni dal punto di vista patologico riguardano principalmente le arterie coronariche che, nel cuore femminile, entrano in spasmo più facilmente. Con quali conseguenze? Le probabilità che uno shock emozionale porti a un attacco cardiaco aumentano sensibilmente.
Benché queste premesse lascino presagire una particolare attenzione alla prevenzione da parte dell'universo femminile, è
ormai assodata l'errata percezione delle donne nei confronti delle malattie cardiovascolari. La tendenza è infatti quella di relegare ogni patologia al mondo maschile: un retaggio culturale conosciuto come “
sindrome di Yentl”.
Partire invece da una reale consapevolezza delle differenze e dei rischi che si corrono è senza dubbio il primo step da compiere per tutelare al meglio la propria salute.
In questo senso l'analisi effettuata dall'
American Heart Association (Associazione americana per il cuore) chiarisce definitivamente l'importanza di una presa di coscienza.
Di recente pubblicazione, la
ricerca Women and Heart Disease evidenzia un'incidenza più elevata dei problemi cardiaci nelle donne americane che negli uomini, al punto tale che questo genere di disturbi è diventato la prima causa di mortalità.
Quali sono i principali fattori di rischio per la donna?
Se in
età fertile il cuore della donna è protetto dagli estrogeni, ormoni che lo tutelano dalle alterazioni patologiche delle arterie,
dopo la menopausa aumenta il rischio di incorrere in eventi cardiovascolari, favoriti dall'insorgere di ipertensione, diabete, obesità e sindrome metabolica.
A questi si aggiungono l'aumento del colesterolo, dei trigliceridi e della glicemia che portano a una distribuzione adiposa a modello androide, e dunque particolarmente predisposta a infarti e ictus.
Anche
i sintomi di alcune patologie cardiache sono spesso meno evidenti.
Per quanto riguarda l'infarto, ad esempio, si tratta per lo più di debolezza, nausea, vomito, difficoltà respiratoria, esaurimento, mal di schiena o dolori al costato: segnali fuorvianti che possono tardare il riconoscimento dell'ischemia cardiaca e dunque, il pronto intervento.
Le
cattive abitudini, infine,
possono essere fatali al gentil sesso.
Studi recenti hanno infatti dimostrato che
il cuore delle donne è molto più vulnerabile di quello maschile rispetto ai rischi connessi al fumo.
Le sigarette, che accelerano per entrambi i sessi il processo di arteriosclerosi, hanno un effetto cinque volte maggiore sul muscolo cardiaco femminile in termini di progressione di danno alle arterie.