Prima dell’avvento dell’ecografia, alcuni aspetti del cuore e delle possibili patologie cardiache erano difficilmente esplorabili. Oggi, invece, in pochi minuti, è possibile studiare in profondità il cuore, fare diagnosi precise e precoci, individuare o escludere la causa di un disturbo, e intraprendere le terapie più adatte, grazie all’
ecocardiogramma.
L’ecocardiogramma è una
metodica diagnostica non invasiva del cuore che sfrutta gli
ultrasuoni (suoni con frequenze elevatissime, non udibili dall’orecchio umano) per visualizzare l’anatomia del cuore mentre questo è in azione. L’ecocardiogramma consente di esaminare la morfologia delle strutture cardiache (pareti, valvole, cavità) e di studiare contrattilità, flussi, e portata del cuore. Valuta inoltre il funzionamento delle valvole e rileva eventuali anomalie.
Il cardiologo impiega una sonda che emette un
fascio di ultrasuoni destinati ai tessuti del torace per poi raggiungere le strutture cardiache. Sfruttando le leggi fisiche della riflessione e rifrazione gli ultrasuoni di ritorno dai tessuti vengono captati dalla stessa sonda e rielaborati su un monitor in modo da fornire immagini dalle quali si possono trarre utilissime indicazioni sull'anatomia, sul funzionamento e sullo stato di salute del cuore in esame.
Durante l’esecuzione dell’esame, il paziente viene fatto sdraiare su un lettino e precisamente sul
fianco sinistro, in modo tale che il cardiologo, seduto alle sue spalle, possa appoggiare la sonda sul torace e cominciare così ad osservare le strutture cardiache. L’operatore vede le
immagini in tempo reale, valuta la situazione e può registrare o stampare le immagini più significative.
I
vantaggi dell’ecocardiogramma sono molteplici: è un esame che non utilizza emissioni di raggi X nè sostanze radioattive, è indolore, ripetibile e può essere eseguito anche in gravidanza. L’ecocardiogramma è un esame utile sia per una prima diagnosi di cardiopatia sia per controllare l’evoluzione delle alterazioni cardiache nel tempo.
Per esempio nella cardiopatia ischemica l’esame permette di fare diagnosi di
ischemia o
infarto in quanto riscontra alterazioni, che possono essere transitorie o stabili, di definirne la sede e l’estensione e di seguirne l’evoluzione. E’ infatti consigliato per la prevenzione di cardiopatie soprattutto in quei nei soggetti di età superiore ai 40-45 anni con fattori di rischio o con familiarità.
È inoltre molto utile per controllare l’esito di un intervento cardiochirurgico o di una procedura di cardiologia interventistica, quindi per il follow up del paziente anche dopo un trattamento. E infine è decisivo nella diagnosi delle malattie di cuore congenite sia del bambino che dell’adulto.
L’esito e la buona riuscita dell’esame dipendono molto dall’
esperienza e dalla
capacità dell’operatore. È un esame che richiede competenza per posizionare correttamente la sonda, per dirigere precisamente il fascio di ultrasuoni per produrre immagini chiare e corrispondenti alla realtà, per eseguire riproduzioni oggettive e produrre interpretazioni fondate.