Una stima effettiva degli italiani a cui è prescritto l'utilizzo della
terapia anticoagulante orale non è possibile perché i numeri sono in continuo aumento grazie alle migliorate capacità di diagnosticare preventivamente malattie che la richiedano. Si calcola, comunque, che ad oggi l'1-2% della popolazione generale e l'8% della ultra-ottantenne assuma la
Tao.
La patologia per la quale vengono maggiormente prescritti gli anticoagulanti è la
fibrillazione atriale, sono circa
800 mila i pazienti che attualmente ricorrono a questi farmaci.
Oltre la FA sono prescritti in caso di trombosi venosa profonda, ai portatori di protesi valvolari cardiache (a vita se meccaniche, per un periodo limitato se biologiche), nelle malattie valvolari cardiache, nella cardiomiopatia dilatativa, nell'infarto del miocardio acuto.
Questo tipo di farmaco riduce la capacità del sangue di coagulare, va assunto per via orale in dosi che variano da soggetto a soggetto, comportano per il paziente l'obbligo di monitorare costantemente la coagulabilità del sangue attraverso un prelievo che verifichi l'indice INR.
L’
INR è il “
tempo di protrombina” (PT) espresso come INR (Rapporto Internazionale Normalizzato) per i pazienti sotto TAO, a seconda del risultato ottenuto potrebbe variare il dosaggio del farmaco.
La dose di anticoagulante va assunta sempre alla stessa ora, preferibilmente il pomeriggio e se dimenticata, non va cumulata con la successiva. Occorre seguire scrupolosamente le prescrizioni nell’assunzione della dose giornaliera di anticoagulante orale e presentarsi puntualmente al controllo dell’INR.
Gli anticoagulanti, come detto,
impongono delle limitazioni. Una è certamente l
egata all'alimentazione. È necessario
escludere dalla dieta quelli troppo ricchi di vitamina K perché questa inibisce l'effetto anticoagulante del farmaco.
Negli ospedali GVM è stato studiato un piano alimentare con precise indicazioni da seguire sia durante il ricovero che una volta a casa. Il piano alimentare adottato da
Anthea Hospital di Bari,
Villa Lucia Hospital di Conversano (Ba) e
D'Amore Hospital di Taranto, è stato messo a punto dal
dott. Giuseppe Marzulli,
biologo nutrizionista responsabile della Nutrizione in Clinica ed ambulatori nutrizionali degli ospedali pugliesi di GVM.
I consigli dell'esperto prevedono di;
consumare non più di mezzo litro di vino rosso nell'arco di una intera settimana,
consumare non più di 100gr/giorno di:
- Uova (tuorlo)
- Burro
- Olio di oliva o di mais
- Tonno fresco e sott’olio
- Agnello, carne di cavallo
- Prosciutto crudo o bresaola
- Fegato (bovino o suino)
- Tè verde
Evitare del tutto:
- Cavolfiore
- Broccoli e cavoletti di Bruxelles
- Cime di rapa
- Lattuga
- Prezzemolo
- Verze
- Asparagi
- Pomodori (è permessa solo la salsa di pomodoro)
- Spinaci
- Cicoria
- Kiwi (è permesso solo il kiwi giallo – gold)
- Fagioli e ceci (sono permesse solo le lenticchie)
- Piselli
- Carote e sedano
Il consumo saltuario (non quotidiano) e in modiche quantità di questi alimenti - chiarisce il dott. Marzulli - non causa comunque gravi problemi.
Si possono consumare senza alcuna limitazione, invece: melanzane, zucchine, finocchi, barbabietola rossa, peperone rosso, funghi (champignon), zucca, cipolle.
Di recente sono stati immessi sul mercato farmaci di ultima generazione che permettono una maggiore libertà sia nei controlli dell'INR che nell'alimentazione. La loro prescrizione è a discrezione dello specialista.