Cardiochirurgia mininvasiva: una tecnica che restituisce fiducia e nuova vita
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Cardiochirurgia mininvasiva: una tecnica che restituisce fiducia e nuova vita

La cardiochirurgia mininvasiva rappresenta oggi una delle frontiere più avanzate nella cura delle patologie cardiache. Ridurre l’invasività degli interventi, migliorare la rapidità e la qualità del recupero post-operatorio e offrire al paziente un’esperienza chirurgica più sicura sono da sempre tra le priorità della Cardiochirurgia del Villa Torri Hospital di Bologna, diretta dal dott. Mauro Del Giglio.
Il dottore e la sua équipe, forti di un’esperienza consolidata nelle tecniche mininvasive in ambito valvolare, hanno sviluppato una variante della tecnica di Tirone David: un intervento che consente la sostituzione della radice aortica preservando la valvola sana, attraverso un approccio in minitoracotomia, evitando quindi il tradizionale taglio dello sterno.
“La letteratura specialistica nella valutazione dei risultati sottolinea l’importanza della selezione dei pazienti, della pianificazione attenta dell’intervento e dell’ampia expertise del chirurgo e della struttura specialistica – spiega il dott. Del Giglio –. Si tratta di un’operazione complessa dal punto di vista tecnico che però permette un recupero più rapido, nonché un risultato estetico sulla cicatrice migliore, che non guasta soprattutto nel caso di pazienti giovani.”

Da medico a paziente: un percorso di fiducia

Come nel caso di Matteo Giuntoli, oculista di Firenze, che racconta la sua storia, iniziata a soli 31 anni nel 2013 con un dolore vicino allo sterno che gli bloccava il respiro. L’ecocardiogramma, eseguito da un amico cardiologo, mostra un’ectasia dell’aorta ascendente, cioè una dilatazione del diametro dell’aorta, che portava con sé un alto rischio di dissecazione aortica, che sarebbe fatale.
Inizia così una ricerca in tutta Italia del miglior specialista nel campo, in grado di ispirargli la fiducia necessaria a sottoporsi a un intervento così complesso. Conosce poi, tramite passaparola, il dott. Mauro Del Giglio che gli spiega come l’intervento non sia necessario nell’immediato ma quanto sia importante tenere monitorata l’evoluzione della patologia con controlli periodici ogni sei mesi.
 
“In questi anni, da medico ma anche da paziente spaventato al mio primo intervento, ho instaurato con il dottore un rapporto di grande fiducia – racconta Matteo –. Il dott. Del Giglio mi ha seguito con professionalità, decisione e umanità, fino a quando le dimensioni dell’aorta sono cresciute al punto da rendere inevitabile l’intervento. Nel frattempo, anche le linee guida erano cambiate: l’indicazione chirurgica era diventata più precoce, perché i rischi del non intervenire superavano quelli dell’operazione. Il dottore è sempre stato chiaro e risoluto: non c’era spazio per tentennamenti. Mi ha rassicurato con dati concreti, presentando la sua casistica di interventi e complicanze, senza atteggiamenti da “supereroe”. Questo approccio sincero e umano mi ha convinto a non avere mai dubbi sulla scelta del chirurgo.”
Nei mesi che hanno preceduto l’intervento, Matteo ha potuto confrontarsi con l’équipe di Villa Torri Hospital, trovando un ambiente di altissima professionalità e accoglienza.
“Come paziente ho respirato armonia, altissimo livello professionale e grande attenzione umana – prosegue Matteo –. Non nego di aver vissuto momenti difficili: la notte mi svegliavo con la tentazione di rinunciare, nonostante tutto il sostegno di mia moglie. Ma al momento giusto mi sono affidato con serenità. L’intervento è andato bene e, dopo nove giorni, ero già fuori dall’ospedale.”

La fiducia che si rinnova

L’esperienza positiva di Matteo ha spinto anche suo padre ad affidarsi alla stessa équipe per un intervento di sostituzione valvolare.
“Abbiamo trovato entrambi nel dott. Del Giglio un porto sicuro. Guardandomi indietro, realizzo di aver vissuto undici anni con una “spada di Damocle” sulla testa: dalla diagnosi a 31 anni fino all’intervento a 42. Da medico sapevo bene che se l’aorta si fosse rotta non ci sarebbe stata possibilità di scampo. Era un pensiero costante di morte. Oggi, invece, mi accorgo di quanto sia più bella la vita senza quel peso: è una leggerezza che si comprende solo quando il problema è risolto. Mi tornano in mente le parole del dott. Del Giglio dopo l’intervento: “Tu adesso non hai più un problema”. È stato davvero come rinascere. Questa esperienza mi ha cambiato profondamente: ti rendi conto che non esiste il domani, ma solo l’oggi. Entrare in sala operatoria significa sapere che potresti non uscirne, ma affidarsi a chi ti trasmette fiducia e competenza fa la differenza. Il dott. Del Giglio mi ha salvato la vita e di questo gli sarò sempre grato.”
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