Cardiochirurgia: per quali interventi si utilizza l’approccio mininvasivo
Interventi chirurgici

Cardiochirurgia: per quali interventi si utilizza l’approccio mininvasivo

Si potrebbe definire cardiochirurgia mininvasiva tutto l’insieme degli approcci che consente di migliorare la qualità della vita del paziente dopo l’intervento, con esiti ed efficacia tecnici equivalenti allo stesso tipo di procedura effettuata con chirurgia tradizionale.

Dei vantaggi dell’approccio mininvasivo in cardiochirurgia e dei casi in cui è indicato abbiamo parlato con il Dott. Giuseppe Visicchio, cardiochirurgo di Santa Maria Hospital a Bari.


Cosa si intende per chirurgia mininvasiva

La cardiochirurgia mininvasiva è un approccio alternativo alla chirurgia tradizionale, che utilizza piccole incisioni invece della sternotomia (l’apertura dello sterno per accedere al cuore), al fine di ridurre il trauma ai tessuti, il dolore, il tempo di recupero e anche il danno estetico nel paziente.


Gli interventi

La maggioranza degli interventi che fino agli anni Ottanta e Novanta era di esclusivo appannaggio della sternotomia oggi possono essere eseguiti (e vengono eseguiti presso i centri di eccellenza) senza aprire lo sterno.

A beneficiare di questo approccio a ridotta invasività la chirurgia della valvola mitrale e della valvola tricuspide, per cui ormai il 100% dei pazienti viene operato con intervento mininvasivo; la sostituzione della valvola aortica, effettuata sempre più con tecniche mininvasive; alcuni interventi di rivascolarizzazione miocardica, soprattutto quelli che interessano la parete anteriore del cuore e, in casi selezionati, parete posteriore e laterale.

Nel dettaglio, i più comuni interventi che vengono eseguiti con cardiochirurgia mininvasiva sono:
  • plastica valvolare mitralica;
  • sostituzione valvolare mitralica;
  • sostituzione valvolare aortica;
  • bypass singolo di mammaria su arteria anteriore;
  • casi selezionati di sostituzione bivalvolare.


Per chi è indicata la cardiochirurgia mininvasiva

La cardiochirurgia mininvasiva non è preclusa a nessuna categoria di pazienti, giovani e anziani. Sempre più spesso, inoltre, quando gli esami preliminari lo permettono, si sta optando per questi approcci in quelli che sono già stati operati al cuore e hanno necessità di un reintervento.

Gli interventi al cuore mininvasivi, tuttavia, non sono indicati in alcuni casi, come in presenza di patologia dell’aorta ascendente, per procedure che prevedono due (se non in pazienti selezionati) o tre bypass, per interventi combinati come quello di bypass più valvole.


I vantaggi per il paziente

La cardiochirurgia mininvasiva presenta numerosi vantaggi.
Uno dei principali benefici è la riduzione delle dimensioni delle incisioni: tagli più piccoli si traducono in meno dolore post-operatorio e un comfort maggiore durante il recupero.

Il rischio di complicanze come infezioni, sanguinamenti, riapertura della ferita o cicatrici eccessive, poi, si riduce notevolmente. La minore invasività permette di ridurre il trauma ai tessuti circostanti, favorendo un recupero più rapido per il paziente e un miglioramento della prognosi.

Un altro vantaggio importante è la possibilità di ridurre i tempi di degenza ospedaliera: spesso, i pazienti possono tornare a casa in tempi più brevi rispetto alla chirurgia tradizionale.

Infine, la tecnica mininvasiva può essere particolarmente utile nei pazienti più anziani o con condizioni di salute che possono rendere rischioso un intervento tradizionale. La minore invasività e il recupero più rapido, non solo motorio, ma anche respiratorio, sono vantaggi significativi per questa categoria di pazienti.

 
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