Cardiopatie congenite e reumatiche: la differenza
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Cardiopatie congenite e reumatiche: la differenza

Il cuore è l’organo vitale per eccellenza: con la sua funzione di pompa del sangue è strettamente interconnesso a tutti gli altri organi e tessuti del corpo umano. Proprio per questo, alcune patologie che sembrerebbero interessare regioni distanti dal cuore, hanno le loro ripercussioni sulla salute cardiovascolare.

Da un lato, quindi, ci sono le cardiopatie congenite, presenti sin dalla nascita. Dall’altro, quelle che si sviluppano nel corso della vita per diverse cause: stili di vita, infezioni, ma anche per la presenza di patologie non cardiologiche. È il caso, ad esempio, delle cardiopatie reumatiche, provocate appunto da patologie reumatiche infiammatorie di natura autoimmune.

L’infiammazione generata da alcune malattie reumatiche può indurre pericardite o endocardite (es. lupus Eritematoso Sistemico; artrite reumatoide), vasculite (per es. nell’artrite reumatoide) o fibrotizzazione dei tessuti cardiaci che causa problemi di conduzione elettrica (come nel caso della sclerodermia).

Il dott. Simone Ventra, cardiologo presso Anthea Hospital a Bari, traccia le differenze tra cardiopatie congenite e cardiopatie reumatiche e fornisce indicazioni utili per i pazienti con reumatismi.

Quali sono le principali cardiopatie congenite?

Le cardiopatie congenite sono malformazioni che interessano l'apparato cardiovascolare (il cuore e i grossi vasi) e possono essere classificate in semplici o complesse .
Le cardiopatie sono semplici quando la malformazione riguarda un difetto dei setti (difetto interatriale, difetto interventricolare, dotto di Botallo) o una malformazione valvolare (Es bicuspida aortica).
Le cardiopatie sono complesse quando si presentano più difetti.

Quando sospettare una cardiopatia congenita?

Se non vi è una diagnosi prenatale, la maggior parte delle cardiopatie congenite possono essere sospettate se vi è un soffio cardiaco. Questo soffio viene riscontrato frequentemente già dai primi giorni o nelle prime settimane di vita. Anche il risultato di un elettrocardiogramma (ECG) può condurre al sospetto di una cardiopatia congenita.

Nel sospetto o dopo diagnosi di cardiopatia congenita è opportuno rivolgersi a un cardiologo ove il paziente possa essere seguito per tutto il percorso diagnostico e di cura farmacologica o eventuale trattamento chirurgico quando necessario. Circa l'80% delle cardiopatie congenite si scoprono nel primo anno di vita e il 50% circa nel primo mese di vita. Ci sono cardiopatie che non danno sintomi per mesi o per anni e se non diagnosticate e trattate per tempo possono manifestarsi anche in maniera eclatante. 

Alcune cardiopatie devono essere diagnosticate, curate e operate immediatamente in epoca neonatale, per altre, secondo le indicazioni del proprio cardiologo di fiducia si esegue follow-up e quando necessario si programma la correzione chirurgica in modo da ottenere i migliori risultati.  

Quali precauzioni particolari deve avere nel corso della vita chi è nato con una cardiopatia congenita?

Nel caso di cardiopatie congenite già trattate, gli interventi di cardiochirurgia sono quasi sempre risolutivi, quindi al paziente spetta una vita assolutamente normale, sottoponendosi chiaramente a dei controlli periodici secondo le indicazioni dello specialista. Nel caso di cardiopatie congenite che non necessitano ancora di trattamento chirurgico verranno eseguiti dei controlli con ecg ed ecocardiogramma transtoracico o transesofageo quando necessario, con un cadenza indicata dal cardiologo, in base alla complessità della patologia. Spesso nel caso delle cardiopatie congenite è consigliata la profilassi dell’endocardite batterica.

Cosa sono le cardiopatie reumatiche?

La cardiopatia reumatica è una cardiopatia non congenita ma acquisita, secondaria all’esposizione ad un’infezione batterica da streptococco di gruppo A (Faringite streptococcica). In seguito all’infezione che clinicamente si manifesta con faringite, il classico mal di gola, si instaura una malattia infiammatoria acuta immunomediata e multiorgano. 

Quali sono le principali cardiopatie di origine reumatica?

Nella malattia reumatica le lesioni macroscopiche sono classicamente a carico delle valvole. Nella valvola mitrale, che è sempre coinvolta (nel 70% dei casi da sola) caratterizzata in fase acuta da lembi edematosi e da formazione di verruche sui bordi valvolari disposte "a rosario", che esitano, nella fase cronica, nell'ispessimento dei lembi, la fusione delle commissure, l'accorciamento e la fusione delle corde tendinee (infatti la febbre reumatica è responsabile del 99% dei casi di stenosi mitralica). Nei casi più gravi vi può essere un interessamento anche della valvola aortica. Ci può anche essere interessamento del pericardio e del miocardio.

Qual è il legame tra l’infiammazione provocata dalle patologie reumatiche e la salute del cuore?

A livello cardiaco si induce un processo infiammatorio acuto che porta a fibrosi, in particolare i lembi valvolari diventano ispessiti e retratti deformandosi permanentemente e provocando valvulopatie anche gravi che spesso necessitano di trattamento  cardiochirurgico. 

Avere una patologia reumatica, significa per forza sviluppare anche una cardiopatia?

Circa il 3% dei soggetti affetti da faringite acuta da streptococco beta-emolitico di gruppo A sviluppano febbre reumatica e tra questi circa il 30% sviluppa sequele cardiologiche. L’interessamento cardiaco è rappresentato da un’endocardite a cui può associarsi una pericardite o una miocardite. 

I segni di un interessamento cardiaco vanno sempre attentamente ricercati per la loro importanza prognostica, dal momento che la cardite reumatica è spesso asintomatica. 

Da cardiologo, quali consigli darebbe ai pazienti affetti da patologie reumatiche?

Una volta posta diagnosi di malattia reumatica è bene sottoporsi ad un ecg e ad un’ecografia cardiaca che è la tecnica di imaging di elezione per lo studio dei pazienti con sospetta o nota cardite reumatica. 

Essa è in grado di stabilire il tipo e la severità del coinvolgimento valvolare, valutare la funzione delle camere cardiache ed assistere nella scelta del momento migliore per un intervento chirurgico. 

In linea generale, quando viene documentata un’alterazione valvolare si consiglia al paziente, anche in assenza di recidive dell’infezione e peggioramento dei sintomi, di eseguire lo studio ecocardiografico almeno una volta l’anno. 

In presenza di cardiopatia reumatica si consiglia inoltre prevenire nuove infezioni da streptococco eseguendo profilassi antibiotica dell’endocardite batterica.

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