Quando la valvola mitralica malfunzionante è causa di altre patologie
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Quando la valvola mitralica malfunzionante è causa di altre patologie

La mitrale è una valvola cardiaca che regola il passaggio di sangue fra l’atrio e il ventricolo sinistro del cuore. Con l’età, questa valvola può logorarsi e smettere di funzionare in modo corretto: se l’apertura e la chiusura della valvola si alterano al punto da non garantire la corretta direzione del flusso sanguigno, si possono creare pericolosi rigurgiti di sangue che compromettono la funzione cardiaca e portano al malfunzionamento anche di altre valvole cardiache.   
 
In questa intervista, il Dott. Mauro Del Giglio, specialista in Cardiochirurgia presso Maria Pia Hospital e Clinica Santa Caterina da Siena, spiega in che cosa consiste la patologia cardiaca trivalvolare e come si può trattare.  

Quando la valvola mitralica inizia a presentare un malfunzionamento, è importante intervenire in modo tempestivo. Infatti, se la disfunzione della valvola mitralica degenera e diventa grave, la patologia può estendersi anche ad altre valvole del cuore, in particolare la valvola tricuspide e la valvola aortica.
Per questo motivo, molti dei pazienti che arrivano all’attenzione del cardiochirurgo per una patologia valvolare presentano in realtà un malfunzionamento di vario grado a carico di tre valvole (patologia trivalvolare). «Nel caso in cui una di esse sia così disfunzionante da giustificare un intervento, non è pensabile lasciare le altre valvole mediamente funzionanti», spiega il Dott. Del Giglio. In questi casi è indispensabile che il cardiochirurgo tenga conto della situazione complessiva e programmi un intervento su tutte e tre le valvole.

Tra le opzioni terapeutiche più innovative, c’è oggi la chirurgia mininvasiva trivalvolare: in casi selezionati, questa strategia offre la possibilità di un intervento risolutivo e di efficacia paragonabile a quella di un intervento di cardiochirurgico convenzionale.
 

Come ci si regola in caso di pazienti fragili?

La complessità dell’intervento dipende dalle condizioni generali del paziente: in particolare, la presenza concomitante di patologie renali o polmonari può complicare la situazione del paziente e condizionare il tipo di intervento a cui potrà andare incontro. In questi casi, è fondamentale il contributo dell’Heart Team, un gruppo di lavoro che, grazie al contributo di diversi professionisti (cardiologo clinico, chirurgo, emodinamista, elettrofisiologo ecc.), può analizzare nel dettaglio la situazione clinica globale e stabilire l’approccio chirurgico più adatto a ciascun paziente. Le valutazioni dell’Heart Team sono utili, per esempio, per stabilire se il paziente può affrontare l’intervento chirurgico, se è preferibile l’approccio mininvasivo rispetto a quello tradizionale, se il rischio associato all’intervento è accettabile oppure se la soluzione programmata sarà efficace dal punto di vista fisiologico.

Nel caso in cui le condizioni del paziente siano particolarmente gravi, le valutazioni dell’Heart Team permettono di indirizzare il paziente verso interventi alternativi, che – anche se non sono completamente risolutivi e portano a risultati meno duraturi - garantiscono comunque un livello di efficacia tale da migliorare le condizioni cliniche del paziente e la qualità di vita.
 
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