Entrambe sono catalogate come aritmie cardiache, ovvero alterazioni, per frequenza o regolarità, della frequenza cardiaca: sono
tachicardia e
bradicardia, che corrispondono rispettivamente ad un
aumento e una riduzione della frequenza del battito cardiaco.
Come si riconoscono bradicardia e tachicardia
La bradicardia implica un numero di battiti cardiaci inferiore a 60 al minuto in condizioni di riposo: se tale livello scende al di sotto dei 40 bpm, si riconosce una condizione di gravità. Bisogna però sottolineare che tale conclusione non è valida per tutti i soggetti, in particolare se il paziente è un atleta allenato. La tachicardia comporta invece più di 100 bpm ed è riconoscibile dalle tipiche palpitazioni: si verificano situazioni limite in cui la frequenza cardiaca può perfino raggiungere i 400 bpm. Le due aritmie hanno però anche alcuni tratti comuni, come ad esempio determinati sintomi: dispnea, vertigini, disturbi della vista, dolore al petto, sincope. Inoltre, all’origine di tachicardia e bradicardia vi è sempre un’alterazione del sistema di conduzione elettrica del cuore, a sua volta dipendente da diversi possibili fattori che devono necessariamente essere chiariti in sede di diagnosi. Essa può essere accertata grazie all’esecuzione di un
elettrocardiogramma ed eventualmente di un
Holter cardiaco delle 24 ore, studio elettrofisiologico (SEF) e di un’
ecocardiogramma. Spesso consigliati sono gli
esami del sangue, che forniscono dati importanti sulla presenza di patologie.
Quando un cuore è bradicardico e tachicardico
Sono soprattutto i pazienti più anziani a soffrire di una patologia detta malattia del nodo seno-atriale, che coinvolge proprio il pacemaker naturale di cui è dotato il cuore. Si tratta di una conseguenza dell’invecchiamento, che implica una minore funzionalità del sistema di conduzione. In alcuni casi, la bradicardia è connessa all’asistolia, ovvero la mancata contrazione del cuore, che causa un blocco della circolazione sanguigna. Si parla quindi di
sindrome del nodo del seno, che presenta fra i suoi sottotipi la
sindrome bradicardia-tachicardia: questa patologia vede susseguirsi bradicardia alternata a tachicardia, dunque una frequenza cardiaca inferiore al normale che si alterna a una troppo alta. In questi casi, è consigliabile che il paziente si sottoponga a uno
studio elettrofisiologico per valutare la migliore soluzione di trattamento. In diversi casi, considerata la compresenza di bradicardia e tachicardia, si procede all
’installazione di un pacemaker.