L’utilizzo delle
tecniche chirurgiche mininvasive in Cardiochirurgia, come ad esempio la minitoracotomia, ha reso molto più sopportabile per il paziente l’esecuzione di interventi che in passato erano invasivi e potevano comportare più complicanze.
Che cos’è la minitoracotomia?
“E’ un approccio chirurgico che avviene tramite una piccola incisione di circa 5-7 cm a livello del II-III o IV spazio intercostale - spiega il Dott. Alessandro Carrozzo della
Chirurgia cardio-toraco-vascolare di
ICLAS di Rapallo - lateralmente negli uomini e a livello del solco sotto-mammario nelle donne, permette
un recupero clinico e funzionale nettamente più rapido rispetto alla chirurgia tradizionale che avviene tramite una sternotomia mediana, un’incisione molto più invasiva e dolorosa perché prevede l’apertura completa del torace”.
Per quali interventi è indicata?
“L’approccio in minitoracotomia viene utilizzato per l’esecuzione di alcuni tipi di
rivascolarizzazione miocardica (Bypass aorto-coronarico) - approfondisce il Dottore - ma soprattutto per le
patologie a carico della valvola mitrale, della valvola aortica, della valvola tricuspide e della parte ascendente dell’aorta.
Questo tipo di intervento consente di trattare le patologie valvolari in modo isolato oppure anche in combinazione, sempre con una piccola incisione di alcuni cm di lunghezza”.
Quali sono i vantaggi, di questa tecnica, per il paziente?
“Con la minitoracotomia, il tempo di intubazione post-operatoria, di permanenza in terapia intensiva, di durata del
periodo post-operatorio e riabilitativo è
ridotto anche rispetto a interventi in ministernotomia, cioè quelli che prevedono un’incisione parziale dello sterno per interventi sulla valvola aortica o sull’aorta ascendente. Inoltre - spiega sempre il Dottore -
il numero di trasfusioni di sangue per paziente risulta significativamente
ridotto grazie alle scarse perdite ematiche,
così come l’insorgenza di complicanze peri-operatorie.
La mancata divaricazione del torace offre un’opportunità terapeutica anche in quei pazienti definiti “fragili”, cioè con comorbidità tali per cui, un intervento tradizionale, sarebbe deleterio e il cui rischio chirurgico potrebbe risultare troppo complesso”.
“Anche da un punto di vista psicologico - pone l'accento il Dottore - la mancata apertura dello sterno per via diretta, unita alla netta
riduzione del dolore consentono di affrontare il periodo intra e post-operatorio in modo più sereno, perché il paziente non subisce il trauma della sternotomia (apertura dello sterno)”.
“I risultati sono eccellenti solo in Centri ad alto volume per la chirurgia minitoracotomica. Le statistiche mettono in luce risultati migliori in questo tipo di strutture d’avanguardia come ICLAS non solo in termini di sopravvivenza dei pazienti ma anche di risultati a distanza”.
“Per il paziente affetto da una patologia cardiaca - conclude il Dottore - per cui è indicato l’intervento chirurgico, e per la sua famiglia, la fase dell’intervento e il decorso pre e post-operatorio, sono fonte di stress e ansie. È fondamentale, pertanto, rivolgersi a una struttura altamente specializzata, con equipe di elevata esperienza al fine di ottenere risultati concreti a breve e a lungo termine, con standard di sicurezza alti”.
“In questo panorama, l’approccio chirurgico in minitoracotomia destra per interventi sulle valvole cardiache, dà risultati di durata sovrapponibili all’intervento tradizionale e sempre migliori per quanto riguarda degenza e complicanze peri o intraoperatorie”.