L'équipe Cardiochirurgica di
Anthea Hospital di Bari ogni anno effettua circa
250 procedure di bypass aortocoronarico.
L’alta specializzazione dei professionisti e l’avanguardia della struttura, unitamente alle liste di attesa ridotte rispetto alle grandi città del nord Italia, hanno reso
Anthea Hospital un riferimento per molti pazienti extra-regione, provenienti anche dalla Lombardia, invertendo così la tendenza di mobilità sanitaria verso il nord per gli interventi maggiori.
L'esperienza e l'ampia casistica trattata hanno permesso all'équipe di far confluire 10 anni di ricerca medica e studi clinici di livello internazionale nella
pubblicazione di un articolo scientifico sul “
Journal of the American Medical Association” (JAMA), la più importante rivista medica degli Stati Uniti e tra le più rilevanti al mondo.
Il
dott. Giuseppe Nasso, responsabile dell’unità operativa di Cardiochirurgia ad Anthea Hospital, e il
dott. Giuseppe Speziale, responsabile delle Cardiochirurgie di GVM Care & Research, hanno infatti condotto uno
studio internazionale multicentrico (in collaborazione con altre strutture ospedaliere) che si è rivelato una
pietra miliare nella tecnica del bypass aortocoronarico.
Nato da una
collaborazione medica internazionale, il team denominato “Radial Investigators”, di cui il dott. Nasso è uno dei fondatori assieme al prof. Mario Gaudino della Cornell University di New York,
ha dimostrato come l’utilizzo dell’arteria radiale nel bypass aortocoronarico risulti estremamente vantaggioso rispetto all’utilizzo della vena grande safena.
I primi risultati dopo un follow-up di 5 anni furono pubblicati sul “New England Journal of Medicine” ed ora gli autori dello studio hanno dimostrato e pubblicato, a distanza di 10 anni dagli interventi, come
utilizzare l’arteria radiale per il bypass riduca il rischio di sviluppare nuovi infarti e soprattutto il tasso di mortalità per cardiopatia ischemica nel tempo.
“Abbiamo concluso che questo approccio permette al paziente non solo di vivere meglio nel corso degli anni successivi, ma soprattutto di vivere più a lungo, questo perché si riduce l’incidenza di nuovi infarti e di essere sottoposto a nuove procedure di rivascolarizzazione miocardica – commenta il dott. Nasso –. L’arteria radiale, infatti, al contrario della vena safena, anche dopo tanto tempo rimane funzionante, mentre la vena grande safena tende purtroppo a chiudersi”.
Anthea Hospital è tra i centri italiani all’avanguardia su questo tipo di intervento e nell’utilizzo delle tecniche minimamente invasive e robotiche (MIDCAB - Minimally Invasive Direct Coronary Artery Bypass e TECAB - Total endoscopic Coronary artery bypass): con tali metodiche è possibile eseguire un
intervento di rivascolarizzazione miocardica senza sternotomia, ma con soli uno o due piccoli tagli sulla parete laterale. Inoltre permettono di
eseguire l’intervento “a cuore battente”. Oggi tali metodiche in mani esperte sono sicure ed il paziente ha l’enorme vantaggio di un rapido recupero post-operatorio.
Ad Anthea Hospital viene utilizzato anche un
approccio ibrido che prevede
l’unione del bypass aortocoronarico con l’angioplastica percutanea, per un lavoro di concerto dell’Heart Team, che coinvolge gli specialisti di Cardiochirurgia, Cardiologia ed Emodinamica.
Prenota una visita ad Anthea Hospital al numero 080.5644613 oppure tramite il form > a questo link
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