Extrasistole: come riconoscerle
Prevenzione

Extrasistole: come riconoscerle

Le contrazioni cardiache sono provocate da un impulso elettrico che stimola prima gli atri, che si contraggono e si distendono, e poi i ventricoli, che compiono quindi lo stesso movimento. La fase contrazione è detta “sistole”, quella di rilascio “diastole”. Alcuni fattori, tuttavia, possono complicare il processo fisiologico di contrazione e rilassamento del muscolo cardiaco, dando origine all’extrasistole, che è un susseguirsi anomalo di due fasi di contrazione prima della fase di rilascio.
 

Le cause dell’extrasistolia

Le cause delle extrasistole possono essere classificate in due gruppi.
Quelle “eliminabili”, che danno origine a extrasistole perlopiù benigne, e quelle patologiche. Nel primo gruppo, rientrano, ad esempio, situazioni di stress psicofisico risolvibili con il riposo, lo sforzo fisico eccessivo, un consumo troppo importante di caffeina. A cavallo tra le cause eliminabili e quelle patologiche, vi sono il vizio del fumo, l’abuso di alcool e l’uso di sostanze stupefacenti.
 
Ci sono poi cause patologiche, legate alla digestione o allo stomaco (come il reflusso gastro-esofageo o l’ernia iatale), all’ipertiroidismo, a squilibri ormonali come quelli provocati da gravidanza o menopausa e gli stati ansiosi. Fanno parte di questo gruppo anche le patologie cardiovascolari. In questi casi l’extrasistolia può essere un sintomo di patologie anche severe come l’infarto, la fibrillazione atriale o lo scompenso cardiaco

Come riconoscere l’extrasistole e cosa fare

In molti casi, l’extrasistolia è asintomatica. Tanti pazienti se ne accorgono per caso, nel corso di altri accertamenti, solo gli esami strumentali sono in grado di rilevarla e tipizzarla con precisione.

Nei casi sintomatici invece, il paziente avverte generalmente una sensazione simile a un sussulto o “sfarfallio” all’altezza dello sterno.
 
L’extrasistolia patologica protratta nel tempo si può manifestare con:
  • Dolore al petto
  • Sudorazione e debolezza
  • Pallore
  • Mancanza di fiato
Questi sintomi possono a loro volta innescare reazioni ansiose, in una sorta di circolo vizioso.
 
L’extrasistolia può manifestarsi a qualsiasi età, quindi anche in età pediatrica. Ma in generale la probabilità di comparsa aumenta con l’età. Anche in gravidanza le extrasistoli sono molto frequenti, ma sono correlate a stimolazioni riflesse vagali o simpatiche provenienti dagli organi addominali, come per il caso del reflusso gastro-esofageo o un eccesso di adipe addominale.
 

Come comportarsi in questi casi?

L’importante è non farsi prendere dal panico e rivolgersi al proprio medico di base o al proprio cardiologo il quale, dopo una valutazione, indirizzerà il paziente verso esami diagnostici specifici per rilevare l'extrasistole. Si tratta di elettrocardiogramma (a riposo o sotto sforzo), l’ecocardiogramma e l’holter cardiaco, che registra tutte le attività del cuore nell’arco di tempo in cui si indossa il dispositivo (in genere 24 ore).
 
Questi test, indolore e non invasivi per il paziente, non richiedono alcuna preparazione e riescono a fornire indicazioni molto precise sul battito cardiaco. In particolare, l'Holter permette di capire la perpetuazione e l’insorgenza del fenomeno elettrico in rapporto a orari o determinati eventi, l'elettrocardiogramma di vedere se vi sono alterazioni che possono fare sospettare delle malattie concomitanti, ad esempio una cardiopatia ischemica o ipertensiva, mentre il test da sforzo aiuta a dirimere la natura delle extrasistoli, che saranno benigne se nel corso del test il loro numero diminuisce, e maligne se invece tendono a peggiorare.
 
La maggior parte dei pazienti affetti da extrasistolia, ma altrimenti sani, non avrà bisogno di alcuna terapia, perché si tratta di fenomeni benigni e legati a condizioni non patologiche quali ansia, stress e deprivazione di sonno. Ridurre i più frequenti fattori scatenanti potrà sicuramente risultare utile e talvolta indispensabile per diminuire la frequenza o risolvere il problema.
 
Quando le extrasistoli sono invece secondarie a patologie non cardiache, per esempio in caso di ipertiroidismo, anemia o disturbi digestivi, la terapia è ovviamente volta alla malattia di base. In presenza di patologia cardiaca, l’extrasistolia può causare aritmie anche più gravi, di conseguenza potrà invece essere necessario ricorrere a farmaci antiaritmici, betabloccanti, o calcio-antagonisti in alcuni casi, oppure l’amiodarone nei casi più complessi.


 
 
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