Gli ormoni prodotti dalla
tiroide hanno tra le loro funzioni quella di regolare la
frequenza cardiaca. Tanto è vero che quando esistono anomalie nel livello di ormoni tiroidei, il cuore può andare incontro a problematiche quali
tachicardia,
bradicardia, e nei casi più seri,
fibrillazione atriale, e
scompenso. Ma l’interazione fra gli ormoni prodotti dalla tiroide, il cuore e i vasi non è limitata alla
attività elettrica del muscolo cardiaco: è molto più profonda di quanto si possa immaginare. Ciò che finora ancora non si sapeva è che la tiroide è in grado di attivare anche meccanismi di
cardioprotezione: può limitare i danni subiti dal cuore, nel caso ad esempio di un
infarto del miocardio.
In base a recenti evidenze scientifiche è stato dimostrato come gli ormoni tiroidei svolgano un ruolo fondamentale nella formazione di nuovi vasi, nella
crescita di cellule rigenerate permettendo anche al metabolismo del tessuto cardiaco di adattarsi a nuove condizioni, soprattutto nel periodo post infartuale.
La tiroide infatti
regola i processi di vasodilatazione e vasocostrizione, in quanto gli ormoni da essa prodotti aiutano a nutrire le cellule endoteliali, presenti sia nel lume che nella parete dei vasi.
Non va inoltre dimenticato che un
corretto livello degli ormoni della tiroide contribuisce a mantenere stabile l’
attività contrattile del cuore, nel ritmo, nella forza e nella quantità di pulsione del sangue, a regolare la contrazione dei muscoli della parete dei vasi sanguigni, la pressione arteriosa e a prevenire la formazione di
trombi.
Il trattamento terapeutico delle disfunzioni tiroidee (ipotiroidismo e/o
ipertiroidismo) può ridurre e in alcuni casi addirittura annullare gli effetti negativi sull’apparato cardiovascolare. Al contrario, il mancato ristabilimento di corretti livelli degli ormoni della tiroide, aumenta il rischio che a tali anomalie ormonali si associno malattie cardiovascolari gravi.
Per questo è consigliato effettuare una
ecografia tiroidea, anche in assenza di sintomi specifici. In caso di dubbi diagnostici o sospetti, è sufficiente un
esame del sangue che indica il
dosaggio del TSH, per verificare il corretto funzionamento della ghiandola.