Malattie valvolari in aumento: nella provincia di Reggio Emilia prevista una crescita del 2% annuo per gli interventi di Cardiochirurgia
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Malattie valvolari in aumento: nella provincia di Reggio Emilia prevista una crescita del 2% annuo per gli interventi di Cardiochirurgia

“La popolazione - spiega il Dottor Alberto Albertini, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Cardiovascolare di Salus Hospital - invecchia ogni giorno di più e le patologie che colpiscono cuore e grossi vasi sanguigni vanno di pari passo”. 

Ecco come le nuove tecniche mininvasive per la riparazione della Mitrale, l’impiego di protesi aortiche senza punti di sutura e la sempre maggiore integrazione tra cardiologi, emodinamisti, cardiochirurghi, ecocardiografisti e cardioanestesisti stanno modificando l’approccio terapeutico non solo in sala operatoria

Dottor Albertini, in qualità di Responsabile, lei ha la possibilità di leggere il futuro della Cardiochirurgia da un osservatorio privilegiato. Cosa dobbiamo aspettarci?

Dottor Albertini, in qualità di Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Cardiovascolare a Salus Hospital, ospedale di Alta Specialità GVM Care & Research, lei ha la possibilità di leggere il futuro della Cardiochirurgia da un osservatorio privilegiato. Cosa dobbiamo aspettarci?

“La risposta è articolata su due fronti. A livello epidemiologico ci aspettiamo la significativa impennata delle patologie cardiovascolari - con una crescita dell’incidenza per le malattie valvolari (valvulopatie) - e conseguenti problemi di sostenibilità sociale. Basta osservare la curva demografica della popolazione per trovare conferma dell’assunto e capire quanto il nostro Paese invecchi ogni giorno di più.  Dal punto di vista professionale si andranno invece progressivamente affermando - in sale operatorie ibride - nuove figure mediche ibride frutto della sempre maggiore interconnessione. Il cambiamento, tra specialisti cardiologi, emodinamisti, cardiochirurghi, ecocardiografisti e cardioanestesisti è già in atto. Questi processi non potranno non investire il tessuto locale. La provincia di Reggio Emilia conta 530 mila abitanti e le previsioni parlano sia di un incremento del 2% annuo negli interventi di Cardiochirurgia (ora se ne effettuano 400 l’anno) che dell’aumento, pari al 400% in 10 anni, delle procedure di Emodinamica strutturale”. 

Quali i numeri dell’attività svolta fino ad oggi dall’ospedale emiliano?

“Il nostro Centro ha eseguito 2.300 interventi cardiochirurgici dall’ottobre 2010 all’ottobre 2016: di questi, 421 in urgenza-emergenza; il 70% indirizzato alla chirurgia valvolare, il 20% alla chirurgia coronarica e il restante 10% per altre cardiopatie. Più di 450 le riparazioni della valvola mitrale (98% di successo clinico). Nel 75% dei trattamenti la tecnica procedurale utilizzata è stata mininvasiva”. 

E guardando più in prospettiva?

“Salus Hospital - aggiunge il Dottor Albertini - agisce in un contesto di massima integrazione territoriale, supportando l’offerta sanitaria pubblica in diversi campi dell’Alta Specialità. Fa parte della Rete Cardiologica Provinciale che dispone di un Heart Team: ovvero di un nuovo concetto di gestione - ritenuto ormai indispensabile - del paziente cardiologico/cardiochirurgico facendosi carico delle decisioni riguardanti i casi più complessi o i casi con indicazione chirurgica e avvalendosi non più del giudizio di un singolo operatore bensì del parere di un gruppo multidisciplinare formato dagli specialisti di volta in volta necessari. In più ha messo a punto percorsi dedicati all’emergenza cardiochirurgica; alle sindromi aortiche acute; al trattamento delle infezioni cardiache (endocarditi) e dei pazienti in dialisi. Il Nuovo Dipartimento Cardiovascolare - Terapia Intensiva inclusa - inaugurato pochi giorni fa, ottimizza tutti questi aspetti e ne è la riprova”. 

Tornando un attimo al quesito iniziale, il futuro cambierà pure la tipologia degli interventi in sala operatoria?

“La trasformazione, se così vogliamo definirla, è già iniziata. Un esempio è il ricorso a metodiche di ultima generazione come la TAVI, riservata all’innesto - con approccio mininvasivo e taglio chirurgico ridotto - di protesi valvolari biologiche al posto delle valvole aortiche danneggiate dalla stenosi (tipica dell’età avanzata): tenderà a salire in termini percentuali. Così come sulla scena della chirurgia mitralica si stanno affacciando ulteriori ed innovative soluzioni interventistiche destinate alla riparazione o sostituzione della valvola malata. E, ancora, come l’imaging cardiovascolare abbinata alla tecnologia delle stampanti in 3D consentirà (presto?) la riproduzione di parti di tessuto cardiaco”.  
 

Valvola mitrale e valvola aortica

Valvola mitrale e valvola aortica: Salus Hospital tra i 10 Centri europei scelti per la conoscenza e la diffusione della tecnica Neochord e al tempo stesso struttura d’eccellenza in cui s’impiantano protesi suturless; più in dettaglio? 

La tecnica Neochord consiste nel cucire corde tendinee artificiali, realizzate in Gore-Tex, in alternativa ai filamenti naturali presenti nella mitrale nativa ma ormai danneggiati da rotture o eccessivo allungamento. Questi filamenti tengono in posizione corretta i lembi valvolari e quando si deteriorano la valvola non chiude più bene causando l’insufficienza mitralica: il sangue torna indietro dal ventricolo sinistro all’atrio sinistro. Salus Hospital è stato scelto, insieme ad altri 9 ospedali europei, quale struttura-scuola in cui apprendere i segreti della metodica riparativa attuabile in mininvasiva - basta una piccola incisione laterale del torace di soli 6 centimetri - senza interrompere il normale ciclo cardiaco e senza ricorrere alla circolazione extracorpoea (macchina cuore-polmone). Le suturless sono invece protesi destinate a rimpiazzare le valvole aortiche compromesse dal restringimento (stenosi) dell’orifizio per il continuo deposito di sali di calcio: restringimento che impedisce il passaggio del sangue verso l’aorta in quantità adeguata alle necessità dell’intero organismo. A Salus Hospital dal 2012 al 2016 abbiamo impiantato 77 suturless (su 51 uomini e 26 donne, età media 79 anni); si tratta di valvole costituite da una componente tissutale a base di pericardio bovino e Nitinol autoespandibile che non richiedono punti di sutura; possono essere introdotte, in tempi operatori molto brevi, praticando una chirurgia mininvasiva dello sterno (ministernotomia) o del torace sinistro (minitoracotomia) ottenendo ottimi riscontri sul piano dei risultati”. 
 
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