Prevenzione cardiologica contro il rischio d’infarto
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Prevenzione cardiologica contro il rischio d’infarto

La prevenzione cardiologica è uno degli aspetti fondamentali della Cardiologia moderna. 

Attraverso un percorso preventivo di esami e consulti medici è possibile, infatti, tracciare il quadro clinico di un paziente per escludere o segnalare per tempo patologie congenite e non dedicate alla salute del cuore. 

Particolare attenzione dev’essere data alla familiarità per cardiopatia ischemica - un parente di sesso maschile colpito da infarto prima dei 55 anni, o una parente sotto i 65 - come altrettanto importante è saper riconoscere e considerare i fattori di rischio: dall’ipertensione alla dislipidemia (colesterolo alto), dal diabete al fumo, dall’obesità alla sedentarietà. Occorre pertanto cercare di correggere queste ‘condizioni’ con un stile di vita sano già in età adolescenziale così da scongiurare il peggio in futuro. 

Con il supporto del Dott. Paolo Izzo, responsabile dell’unità operativa di Cardiologia con UTIC dell’Ospedale Santa Maria di Bari, abbiamo ricostruito gli step più importanti della prevenzione cardiologica. 

Quali esami è utile eseguire e a che età è importante cominciare la prevenzione?

“Al di là dello screening per le cardiopatie congenite o le valvulopatie, è importante iniziare attorno ai 40 anni con un’accurata visita cardiologica con ECG (Elettrocardiogramma) e successivamente a prova da sforzo ed Ecocardiogramma bidimensionale. Si procederà, poi, al monitoraggio elettrocardiografico con Holter (in genere nell’arco delle 24-48 ore) e anche all’Ecocolordoppler dei tronchi sovraortici per capire se sono presenti placche a livello carotideo”.

Cosa fare in caso di patologie sospette o certe?

“Qualora l’Ecocardiogramma bidimensionale evidenzi il ’sospetto’ di una patologia cardiovascolare importante è possibile sottoporsi ad ulteriori indagine ecocardiografiche: dall’Ecocardiogramma color doppler - anch’esso toracico e non invasivo - che riesce a darci la migliore ‘fotografia’ del cuore dal punto di vista morfofunzionale - possiamo, infatti, valutare bene i diametri e i volumi dell’organo; osservare se c’è ipertrofia o inspessimento; se c’è cardiopatia ipertensiva o ischemica; se ci sono problemi valvolari o all’aorta, cardiomiopatie o cardiopatie congenite - fino ad arrivare all’Ecocardiogramma Transesofageo e all’Ecocardiogramma da stress mediante ‘imput’ fisici o somministrazione di farmaci specifici”. 
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