Miocardite: a rischio anche soggetti giovani e sani
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Miocardite: a rischio anche soggetti giovani e sani

La miocardite, definita anche “influenza del cuore”, è una patologia infiammatoria che interessa il miocardio, lo strato muscolare cardiaco, e che a volte può estendersi anche al pericardio (la membrana che ricopre la parete del cuore). La miocardite è una patologia difficilmente diagnosticabile e ancora oggi poco conosciuta che colpisce per lo più soggetti giovani e sani, e bambini, prevalentemente di sesso maschile. Se non viene curata in maniera adeguata può portare a complicazioni serie, come lo scompenso cardiaco e, nel 10 per cento dei casi, a morte improvvisa.

A causare la miocardite è un’infezione generata da virus, batteri, funghi o parassiti. Questi agenti patogeni, prima di raggiungere il cuore, intaccano in genere le vie respiratorie, le tonsille e i denti. Per reagire all’infezione, il nostro sistema immunitario innesca un meccanismo di difesa attivando le proprie cellule contro i virus: tale reazione da parte dell’organismo non fa altro che indebolire il cuore che, per via dell’infiammazione, non riesce più a pompare correttamente il sangue e quindi si possono formare coaguli, responsabili di ictus o attacchi cardiaci.

Tra le possibili cause della miocardite, ci sono anche patologie reumatiche o del tessuto connettivo, oltre alle conseguenze derivanti da esposizione a farmaci allergizzanti, agenti chimici, o a radiazioni.

sintomi più comuni della miocardite sono debolezza, affanno, e dolore toracico, associati alle manifestazioni riconducibili all’ influenza, quali febbre, nausea, mal di gola e dolori articolari. Possono insorgere in alcuni casi, palpitazioni, tachicardia e aritmie. Nei bambini sono frequenti altri segni come perdita di coscienza e colore bluastro della pelle.

Quando il cardiologo sospetta la presenza della infiammazione, prescrive una serie di esami diagnostici in grado di stabilire l’entità della patologia: ecocardiogramma, risonanza magnetica e test del sangue che, sulla base della quantità di globuli bianchi e rossi, rivelano la progressione della infezione, oltre ad alcuni enzimi che mettono in evidenza eventuali danni al cuore. 

Nei casi lievi, il trattamento della miocardite prevede una terapia farmacologica abbinata al riposo a letto. Il programma terapeutico si concentra nelle prime due settimane e nei successivi tre mesi il paziente viene costantemente monitorato per controllare l’efficacia dei farmaci. Se invece la miocardite progredisce fino a creare complicazioni come scompenso o cardiomiopatia dilatativa cronica, il medico può chiedere il ricovero.

Non esiste una vera e propria prevenzione specifica per la miocardite. Però si possono adottare comportamenti di cautela come ad esempio evitare il contatto con le persone che hanno l’influenza o una malattia virale, per scongiurare il rischio di contagio; è importante prestare attenzione alla igiene personale, a cominciare dalla pulizia costante delle mani  con acqua e sapone; potrebbe risultare infine utile verificare le vaccinazioni che proteggono ad esempio dall’influenza, o da altre patologie infiammatorie.

Di solito, se la miocardite viene diagnosticata in maniera tempestiva, aumentano per i pazienti le possibilità di un recupero rapido e senza conseguenze per il cuore. Per questo è importante monitorare il cuore con esami di prevenzione, consultare subito uno specialista alla comparsa dei primi sintomi e affidarsi a centri specializzati nel trattamento delle patologie cardiovascolari.
 

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