Cardiomiopatia ipertrofica, una patologia spesso silenziosa
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Cardiomiopatia ipertrofica, una patologia spesso silenziosa

Accade spesso, purtroppo, che alcune patologie cardiache siano conosciute al grande pubblico solo quando è la cronaca a parlarcene. L'ultimo caso, in ordine di tempo, è quello di Lorenzo Toma, il giovane di appena 18 anni morto perché affetto da cardiomiopatia ipertrofica, disfunzione di cui soffriva senza saperlo.
 
Ma che cos’ è la cardiomiopatia ipertrofica? Si tratta di una patologia del cuore caratterizzata dall'ispessimento delle pareti del ventricolo sinistro, che ostacola il deflusso del sangue generando disfunzioni al muscolo cardiaco. E’ una disfunzione di una certa rilevanza che può portare a morte cardiaca improvvisa, come è accaduto a Lorenzo e in passato ad alcuni atleti.
 
Il sintomo più diffuso è rappresentato dalle aritmie cardiache che possono causare svenimenti quando il cuore è sottoposto a sforzi eccessivi. Altre manifestazioni della patologia possono essere dolore toracico, fiato corto, annebbiamento della vista, vertigini, palpitazioni. Spesso però questa patologia è asintomatica e in molte persone non viene diagnosticata in quanto non si avverte nessun tipo di disturbo o malessere. Si continua perciò a condurre una vita normale senza sapere di esserne affetti.
 
E’ importante sottolineare che la cardiomiopatia ipertrofica è una patologia genetica ereditaria: a coloro che presentano casi di familiarità si consiglia perciò di sottoporsi a screening di controllo anche se non si manifestano problemi di alcun tipo.  
 
Per accertare l’effettiva presenza della patologia è necessario sottoporsi, su indicazione specifica di un medico specialista,  a opportuni esami diagnostici quali Ecocardiogramma, Elettrocardiogramma di tipo Holter, ovvero l'elettrocardiogramma dinamico che permette di monitorare le alterazioni del ritmo nell'arco di 24 ore, Risonanza Magnetica Nucleare o TC e test da sforzo.
 
Se la cardiomiopatia ipertrofica è conclamata è possibile sottoporsi molteplici terapie e trattamenti in base alla gravità del disturbo: terapia farmacologica (beta-bloccanti, antiaritmici), intervento chirurgico o, nei casi più delicati, impianto di defibrillatore automatico possono migliorare la condizione di vita del paziente.
 

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