Il caffè non è più un tabù per il cuore
Alimentazione

Il caffè non è più un tabù per il cuore

Il caffè è per molti un rito quotidiano irrinunciabile. Dà energia a colazione, lascia una sensazione piacevole al palato dopo pranzo, e qualcuno lo gradisce anche di sera, magari al termine di una cena tra amici. C’è tuttavia da sempre il timore che una tazzina in più possa danneggiare il cuore. Oggi, in realtà, non è più tanto vero.

Secondo uno studio recente, l’associazione tra la caffeina e i disturbi cardiaci è soltanto un mito da sfatare. Non c’è nessuna relazione scientificamente provata tra il caffè e le extrasistoli ventricolari, ossia l’aumento irregolare della frequenza cardiaca.  Al contrario di quanto si è sempre pensato, caffè, the e cioccolato, non sarebbero responsabili di battiti fuori dal normale. Anzi potrebbero produrre benefici per il sistema cardiovascolare, grazie alla buona quantità di antiossidanti che contengono, preziosi per prevenire l’aterosclerosi.

A questa conclusione sono giunti i ricercatori dell'Università della California a San Francisco che hanno studiato circa 1400 soggetti concentrando la loro attenzione sulle abitudini alimentari, cioè l’assunzione giornaliera di caffeina per circa un anno. I pazienti oggetto dell’indagine sono stati monitorati periodicamente con elettrocardiogramma. L’esame ha in particolare controllato il numero di contrazioni atriali premature (Pac) e di contrazioni ventricolari premature (Pvc), due anomalie che, nel primo caso, possono portare a ictus e fibrillazione atriale e, nel secondo, determinare insufficienza cardiaca e altre patologie coronariche. Alle fine non sono emerse particolari differenze tra  quanti consumavano più di un prodotto contenente caffeina al giorno e chi invece ne sceglieva di meno.

Nonostante sia stato sfatato questo luogo comune, è consigliato consumare la caffeina con moderazione. Un limite ragionevole infatti è fissato in 300 milligrammi al giorno, ossia un massimo di 3 tazzine al giorno. Se assunto in eccesso, il caffè, potrebbe alterare il metabolismo, dare disturbi all’apparato digerente e inoltre condizionare il sistema nervoso, causando insonnia e ipertensione.

L’assunzione di caffeina non è quindi più riconducibile alle extrasistoli ventricolari. Tali disturbi possono dipendere in alcuni casi dallo stress. Ma, se frequenti, potrebbero essere l'unico segnale di cardiopatie più serie che vanno indagate con opportuni esami diagnostici.
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